Esistono diversi tipi di manipolazione, ma oggi parleremmo solo di alcuni che vale la pena conoscerli per non diventare la loro vittima e per poter porre immediatamente un limite. È utile riconoscere le frasi usate più frequentemente alle quali dovresti essere particolarmente sensibile e anche imparare i metodi su come difenderti efficacemente da esse. Naturalmente le tematiche descritte non esauriscono l’argomento, che presenta tante possibilità e varianti quante sono le persone con cui abbiamo a che fare.
Di solito è molto difficile stabilire dei confini con le persone che consideriamo familiari o amici stretti, questo perché i legami emotivi e la storia condivisa creano una complessità che rende più arduo dire “no” o porre limiti senza sentirsi in colpa o temere di ferire l’altro. Tuttavia, stabilire confini sani è fondamentale per preservare la qualità delle relazioni.
Prima di tutto, è essenziale rendersi conto che i confini non sono muri che allontanano le persone, ma piuttosto strumenti che proteggono il rispetto reciproco. Imparare a dire “no” o a esprimere i propri bisogni non significa essere egoisti, ma prendersi cura della propria salute mentale ed emotiva.
Passiamo ora ai metodi più comuni che sicuramente hai già incontrato.
Il primo tipo di manipolazione emotiva si riferisce alla relazione e ai tuoi presunti obblighi nei confronti dell’altra persona, potresti sentire qualcosa del tipo:
- “Sacrifico sempre tutto per te e tu non puoi fare una piccola cosa per me”
- “Dopo tutto quello che ho fatto per te, ti comporti così con me”.
Se non hai preso alcun impegno e non hai promesso nulla all’altra parte non lasciarti convincere di avere un obbligo permanente nei suoi confronti. La società, la cultura o la famiglia possono imporre una serie di obblighi impliciti su come “dovremmo” comportarci, specialmente in relazione a ruoli tradizionali o aspettative familiari. Ad esempio, si potrebbe sentire di “dover” accudire sempre i genitori o di “dover” essere sempre disponibili per i fratelli, anche quando ciò mette a rischio il proprio benessere. Tuttavia, è importante ricordare che ogni persona ha il diritto di scegliere fino a che punto questi obblighi sociali devono influenzare la propria vita.
Spesso, i presunti obblighi sorgono perché non si esprimono chiaramente i propri bisogni o si teme di deludere l’altro. Essere chiari su ciò di cui hai bisogno e su ciò che sei disposto a fare aiuta a costruire relazioni più equilibrate. Puoi dire, ad esempio:
- “Capisco che tu abbia bisogno di aiuto, ma anche io ho bisogno di tempo per me stesso.”
- “Non posso fare tutto ciò che mi chiedi, ma possiamo trovare un compromesso.”
Molte persone si sentono obbligate a soddisfare i desideri emotivi di altri, come far sentire qualcuno costantemente supportato o felice. Questo non è un tuo obbligo. Ogni persona è responsabile delle proprie emozioni, e il tentativo di prendersi la responsabilità delle emozioni degli altri è un peso insostenibile.
Il secondo tipo di manipolazione sono affermazioni del tipo:
- “Non me lo dici?”
- “Non mi credi?”
- “Non berrai con me?”
Il tuo interlocutore può cercare di importi qualcosa dicendo che appartieni ad un gruppo, può essere una famiglia, un gruppo di amici o una squadra ad esempio e quindi un simile riferimento a questo denominatore comune è una giustificazione del fatto che determinate cose sono richieste o previste da te. Tollerare accettare e sopportare con pazienza la frase più comune che viene usata in tali situazioni è:
- “Dopo tutto, siamo una famiglia.”
- “Dopo tutto, siamo amici”, potrebbe essere qualcosa che giustifica il fatto che dovresti parlare delle tue questioni intime, dei tuoi guadagni o dei tuoi segreti.
Per affrontare questo tipo di situazioni puoi rispondere ad esempio:
- “E proprio perché siamo una famiglia dovresti rispettare il fatto che ho altri obblighi e capirai sicuramente che a volte ho bisogno anche di tempo per me e non sempre riesco a soddisfare tutte le tue richieste”.
- “È proprio perché siamo amici, rispetterai sicuramente il mio rifiuto”.
- “Se pensi davvero che siamo amici, non mi metterai in una situazione così scomoda”.
Cerca di notare questo meccanismo in modo che quando senti frasi simili ti chiedi immediatamente se il fatto di appartenere a un gruppo comporta effettivamente per te dei doveri o degli obblighi?
Il terzo tipo è una forma subdola di manipolazione in cui una persona utilizza frasi o atteggiamenti per mettere in dubbio la tua autostima, la percezione di te stesso o la tua moralità.
Questo tipo di manipolazione ha lo scopo di farti sentire insicuro, inadeguato o colpevole, spesso al fine di ottenere potere, controllo o vantaggio nella relazione. Le affermazioni possono sembrare sottili, ma nel tempo erodono la fiducia in te stesso.
Un manipolatore può fare commenti apparentemente innocenti ma che insinuano che tu non sia abbastanza bravo o che tu abbia qualche difetto. Svalutazione dei tuoi successi o emozioni facendoti sentire come se fossero irrilevanti o eccessive.
- Esempio: “Oh, sei davvero felice per questo piccolo successo? Pensavo che aspirassi a qualcosa di più grande.”
- Obiettivo: Far sembrare insignificanti i tuoi traguardi e farti dubitare del tuo valore.
- Come rispondere: “Per me questo traguardo è importante, e sono fiero di ciò che ho raggiunto. Ognuno ha il suo percorso.”
Parafrasando un fisico eccezionale, un vincitore del Premio Nobel Richard Feynman: “Non è tua responsabilità ottenere nella vita ciò che gli altri dicono che dovresti ottenere.”
Un esercizio potente per rafforzare la consapevolezza e la gratitudine verso i tuoi successi.
Ti propongo una tecnica che utilizzo anch’io e che mi piace moltissimo.
Questo è un ottimo esercizio di auto-riflessione e consapevolezza. Prendersi il tempo per riflettere su ciò che si è creato, fatto e i successi raggiunti permette di avere una visione chiara dei propri progressi.
Noi influenziamo la mente con ciò che diciamo e leggiamo e per questo è importante che tu scriva alla fine della settimana o del mese questo capitolo:
Cosa ho creato? Cosa ho fatto? Quanto successo ho avuto?
Scrivi i successi in maiuscolo, per celebrare ogni progresso.
Cosa ho creato?
Inizia riflettendo sulle idee, i progetti o le azioni che hai portato nel mondo.
Scrivi cosa hai costruito, (come relazioni, idee o conoscenze).
Ricordati di mettere tutto in maiuscolo per dare enfasi al valore di ogni cosa.
Cosa ho fatto?
Elenca le azioni che hai intrapreso. Possono essere piccoli passi o grandi traguardi.
Nota come queste azioni ti hanno avvicinato ai tuoi obiettivi.
Quanto successo ho avuto?
Rifletti sui risultati ottenuti. Non necessariamente in termini di “perfezione” o di obiettivi completamente raggiunti, ma anche di miglioramenti, nuove abilità acquisite o sfide superate.
Alla fine di questa riflessione, rileggi tutto a te stesso riconoscendo la tua calligrafia, chiedendoti: “Sono stato io a farlo?”. Ovviamente!
Quando rileggi ciò che hai scritto e riconosci la tua “calligrafia” (sia fisica che mentale), è come se confermassimo a noi stessi il nostro potere creativo e decisionale. Chiederti: “Sono stato io a farlo?”, e rispondere con un “Ovviamente!”, è un modo per riconoscere pienamente la tua capacità di plasmare la tua vita.
Questo tipo di riflessione ti ricorda che sei l’artefice delle tue azioni e dei tuoi risultati. Riconoscere i tuoi successi e i tuoi progressi non solo ti rafforza, ma alimenta la tua motivazione per continuare a creare, fare e raggiungere nuovi traguardi.
Ogni volta che ripeti questo esercizio, riconoscerai sempre più chiaramente il legame tra le tue scelte e i tuoi successi.
Adesso ritorniamo a un altro trucco di gioco emotivo che è uso di etichette negative, che ti fanno sentire inadeguato o non all’altezza, associando la tua personalità a tratti negativi.
- Esempio: “Sei sempre così egoista quando si tratta di prendere decisioni.”
- Obiettivo: Creare un senso di colpa per farti cedere alle sue richieste.
- Come rispondere: Cosa vuoi dire esattamente? Oppure: “Dove vuoi arrivare?” E aspetta la risposta.
Come continuare la conversazione ne parlerò in questo articolo: “Difendersi concretamente da accuse e manipolazioni”, basandomi sugli ottimi consigli contenuti nel libro: “Wojna na słowa w życiu, rodzinie i pracy” di Alex W. Barszczewski, Karolina Gorczyca-Barszczewska.
Il manipolatore spesso si pone come la vittima della situazione per farti sentire in colpa e mettere in discussione le tue azioni.
- Esempio: “Non mi ascolti mai, eppure faccio così tanto per te. Sono io che soffro davvero in questa relazione.”
- Obiettivo: Farti sentire in difetto e spingerti a cambiare comportamento per compensare un senso di colpa.
- Come rispondere: “Mai?” Oppure: “Davvero mai?”. Ricordati di non spiegarti, non essere aggressivo. Basta fare questa domanda guardando negli occhi l’interlocutore e attendere in silenzio la sua reazione.
Il manipolatore emotivo può usare il silenzio come forma di punizione, facendoti sentire in colpa o sbagliato senza dover esplicitamente dire nulla.
- Esempio: L’interruzione del dialogo senza spiegazione dopo una discussione.
- Obiettivo: Indurre ansia e spingerti a fare ammenda anche se non hai fatto nulla di sbagliato.
- Come rispondere: “Mi dispiace che ci sia un silenzio, ma non posso risolvere nulla se non ne parliamo apertamente.”
Il quarto tipo di trucchi sono varie dichiarazioni che utilizzano il ricatto emotivo.
Questo può manifestarsi quando ti viene fatto sentire che, se non fai qualcosa, stai “fallendo” come persona, figlio, amico o partner esempio:
- “Se non me lo dici significa che non siamo amici.”
- “Se non me lo dici significa che non mi ami.”
A tali affermazioni puoi rispondere:
- “Se pensi davvero che siamo amici, non mi metterai in una situazione del genere.”
- “Pensi davvero che un simile ricatto avrà un impatto positivo sulla nostra relazione?”
Uno dei tanti metodi collaudati quando qualcuno pretende qualcosa e non ti piace farlo, è quello di mettere da parte più o meno discretamente la persona e lasciarla stare lì finché non rinuncia alle sue richieste o cambia il suo stile di comunicazione con te. Questo atteggiamento insegna a chi ci circonda trattarci con rispetto e non interferire nei nostri affari senza invito. Se qualcuno, in conseguenza del nostro approccio di difesa decide di interrompere il rapporto con noi, fa spazio nella nostra vita a qualcun altro che ci permetterà di vivere secondo le nostre idee.
Come puoi vedere, i vantaggi di stabilire confini chiari in questo modo sono molteplici.
Il quinto tipo di estorsione emotiva a cui dovresti essere sensibile sono affermazioni progettate per farti sentire ingiustificato sentimento di colpa.
Colpa e causa non sono sinonimi, anche se la causa è dalla tua parte, anche se dalle tue azioni o parole risulta qualcosa, non significa automaticamente che sia colpa tua. Agire costantemente sotto la spinta del senso di colpa mina il tuo equilibrio emotivo e può portare a risentimento verso chi lo utilizza. Puoi gestire il senso di colpa ricordando a te stesso: “Non sono responsabile della felicità o del benessere emotivo di tutti. Ho il diritto di prendermi cura di me stesso.”
Se qualcosa suscita le vostre emozioni, vi fa perdere l’equilibrio, vi provoca un grande disagio, allora è molto più facile forzarvi per ottenere informazioni o promesse. Ecco perché è così importante riuscire a guardare una situazione da una prospettiva più ampia, osservare cosa sta accadendo, quali meccanismi le parole stanno innescando in voi e cercare di notarli prima di reagire in modo da poter contrastare efficacemente il gioco sporco.
Impara a riconoscere rapidamente un ambiente tossico di persone infelici e frustrate. Ciò vale non solo per le relazioni di gruppo, ma soprattutto per le relazioni individuali con altre persone. Non sprecare il tuo tempo prezioso cercando di cambiare gli altri, meglio sostituirli. Questa è la soluzione migliore perché con miliardi di persone nel mondo non devi diventare dipendente da una persona o da un gruppo.
Essere consapevoli di queste tattiche ti aiuta a proteggere la tua autostima e a costruire relazioni più sane e autentiche. Ti invito a leggere anche questo articolo “Come e dove incontrare nuove persone e costruire relazioni arricchenti”.
Ti auguro buona fortuna e tutto il meglio.